Torre Perla di Palidoro

Emozioni

I luoghi raccontano anche emozioni al nostro cuore e qui troverete alcuni di questi pensieri

Chiudi gli occhi e lasciati trasportare dai tuoi sensi.

Respira a pieni polmoni, la brezza marina ti accarezza il viso e l’infrangersi delle onde sulla scogliera crea una melodia che solo la natura sa regalarci.

Una sensazione di tranquillità e sicurezza pervade ogni cellula del tuo corpo, il Rio Palidoro che si riversa nel Mar Tirreno ti fa sentire libero, come se tutte le possibilità del mondo fossero a portata di mano.

Aprendo gli occhi ed alzando lo sguardo all’insù si innalza alta nel cielo, con i suoi 20 metri di altezza, la torre Perla di Palidoro. Eretta tra l’VIII e il IX secolo d.C. sui resti di un’estesa villa romana, serviva per proteggersi dalle navi nemiche che solcavano i nostri mari. Ed ecco che, i suoni e la bellezza della natura vengono soppiantati da un silenzio assordante.

Il senso di libertà svanisce assieme alle vite delle persone che hanno lasciato questo mondo per volontà altrui, proprio lì dove sei tu.

Sotto la torre medievale di Palidoro, avvenne uno dei sacrifici più esemplari della nostra storia. Era il 23 settembre del 1943, mentre gli Alleati combattevano per liberare Roma dal nazi-fascismo, sul litorale, le SS tedesche occupavano senza indugi il territorio di Torrimpietra.

La sera del 22 settembre del 1943, per mano di alcuni militari tedeschi, esplose accidentalmente una bomba a mano: uno di loro morì mentre due suoi compagni furono gravemente feriti. La notizia corse tanto velocemente da arrivare al capo delle SS di stanza in zona. La notte fu lunga e permise ai generali di interpretare l’accaduto come un attentato da parte della resistenza italiana e di preparare la loro contro-offensiva.

Il mattino seguente, si incamminarono verso la stazione dei Carabinieri chiedendo di poter parlare con il comandante. A fare le sue veci c’era, però, il giovane vicebrigadiere Salvo D’Acquisto a cui venne chiesto di trovare i responsabili dell’attacco.

A nulla servirono le spiegazioni del vicebrigadiere: per i tedeschi, l’accidentalità dell’accaduto non era auspicabile e la vendetta era l’unica via per rimediare al torto subito.

Così, le SS accerchiarono Torrimpietra e rapirono 22 persone: ogni vita venne trasportata ai piedi di Torre Perla e venne istituito un plotone di esecuzione.

Quando Salvo D’Acquisto comprese la tragicità dell’accaduto decise di accorrere in aiuto dei suoi concittadini: il suo intervento, però, fu vano. Il comandante delle SS obbligò i suoi ostaggi a rimboccarsi le maniche e a scavare nella terra, anche a mani nude, per creare una fossa che potesse contenere i loro corpi senza vita.

Il terrore negli occhi degli ostaggi, il tremore nelle loro mani e la consapevolezza di essere puniti per azioni non compiute ma per errori dei loro stessi aguzzini, spinse il vicebrigadiere D’Acquisto a prendere una decisione repentina. Nella sua mente risuonarono le parole del giuramento pronunciato a soli 19 anni: aveva giurato di essere fedele al suo Paese e di «adempiere con disciplina ed onore» a tutti i doveri del suo Stato «per la difesa della Patria» e così fece. Guardando dritto negli occhi quel generale che nulla sapeva dell’amore e dell’empatia, accecato dalla guerra e dalle polveri delle bombe, respirò a pieni polmoni e, senza alcun timore, si auto accusò responsabile dell’attentato chiedendo la liberazione degli ostaggi.

Così, all’ultimo momento, contro ogni loro aspettativa, tutte le persone rapite vennero rilasciate. La paura e la voglia di vita pervase ognuno di loro che, scappando dai propri aguzzini, udirono solo la voce del vicebrigadiere che pronunciò le sue ultime parole prima di cadere sotto il fuoco tedesco. “Viva l’Italia”, undici lettere che racchiudono tutto l’amore e la devozione del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto per il suo popolo.

A soli 23 anni compì un atto di coraggio e altruismo rimembrando a tutti quanto l’azione di un singolo possa essere significativa per le vite di molti: «se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte».

Nello stesso luogo, a distanza di pochi giorni, vennero trucidati Pietro Fumaroli, Renato Rosata e Giuseppe Canu il cui omicidio è rimasto occultato all’interno dell’armadio della vergogna per più di 50 anni.

Proprio nella mattinata del 23 settembre, a seguito di un rastrellamento tedesco vennero reclutati uomini di tutte le età. Tra questi c’erano Renato, 17 anni, un ragazzo dedito allo studio ed alla famiglia; Giuseppe, 24 anni, di origini sarde chiamato alle armi trovandosi costretto ad abbandonare la sua terra genuina e semplice; Pietro, 24 anni, giurista e sergente in procinto di essere nominato ufficiale.

Tre ragazzi con aspettative e sogni differenti accomunati da un unico e tragico destino. La squadra tedesca in cui erano stati arruolati con la forza, venne trasportata a Torre Perla, dove vennero costretti a scavare trincee e a lavorare al servizio del Wemgamen con la promessa della liberazione a lavori ultimati.

Come spesso accede in guerra, il compromesso non venne rispettato e le azioni tedesche portarono ad un macabro finale. Per gioco o per crudeltà, il maresciallo decise che la fucilazione sarebbe spettata a chi avesse pescato il fiammifero dal gambo più corto. Fu affidata alla sorte la vita di Renato, Giuseppe e Pietro.

La fossa che era stata scavata a mani nude dai 22 ostaggi salvati dal vicemaresciallo D’Acquisto divenne il luogo del loro eterno riposo: una raffica di colpi spezzò le loro giovani vite, i loro corpi rimasero immersi in un silenzio profondo, tra la polvere da sparo e il sangue versato.

Il silenzio, infranto solo dal suono delle onde sulla scogliera, ci accompagna attraverso le storie di quattro giovani ragazzi, le cui vite sono state spezzate da un destino crudele.

Torre Perla, oggi, rappresenta un luogo per ricordare a tutti noi il come il coraggio e l’altruismo a volte non bastino a combattere contro la crudeltà e l’odio che appanna la vista e i cuori.

Ricordiamo Salvo, Renato, Giuseppe e Pietro e non lasciamo che le loro storie rimangano chiuse nella polvere antica dell’armadio della vergogna, prendiamo esempio da loro e cerchiamo di essere anche noi gli eroi dei nostri giorni.

 

 

Fonti:

https://www.orticaweb.it/lapide-ricordare-pietro-fumaroli-renato-rosata-giuseppe-canu/

https://www.fiumicino-online.it/articoli/cronaca-2/anpi-giornata-dell…torie-e-gli-eventi-che-colpirono-il-territorio?print=1&tmpl=component

http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/d/d%27acquisto-salvo

https://www.ilfaroonline.it/2021/07/29/la-storia-dietro-casa-la-strage-di-palidoro/429870/

https://sites.google.com/site/lionsittiri/personaggi-ittiresi/giu…anu?tmpl=%2Fsystem%2Fapp%2Ftemplates%2Fprint%2F&showPrintDialog=1

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