Giardino dei Giusti
Emozioni
I luoghi raccontano anche emozioni al nostro cuore e qui troverete alcuni di questi pensieri
Vi è mai capitato di associare un profumo ad un ricordo? Provate per un attimo a pensarci… Il profumo rappresenta l’anima delle cose, è diverso da persona a persona, da luogo a luogo. I profumi ci ricordano che dietro ad ognuno di essi si cela un’emozione, un momento, un’anima e molte volte anche un nome. Provate a sentire il profumo della terra, degli ulivi ed entrerete in un giardino dove il cuore dei giusti continua a irradiare luce.
In una calda mattina di aprile, passeggiando con la mia nipotina Anna tra le vie di Maccarese, siamo stati attratti dagli alberi di ulivo nel giardino dell’istituto Leonardo da Vinci e, incuriositi, abbiamo deciso di avvicinarci.
Anna ha da poco imparato a contare e, con tutto il suo entusiasmo, appena varcata la soglia del giardino, si è messa alla prova: ha iniziato a contare tutti i fusti bitorzoluti e possenti, che si ponevano ieratici dinnanzi ai suoi pochi centimetri di altezza. Soddisfatta, è corsa da me ed esultando mi ha detto che c’erano ben trenta alberi!
Compiaciuto dal suo entusiasmo e divertito dalla sua innocenza, le ho fatto notare che aveva dimenticato quelli dietro di sé. Mi sono accucciato accanto a lei e, insieme, abbiamo ripreso a contare. Nel giardino, ci sono ben quaranta alberi di ulivo.
Ho spiegato ad Anna che ognuno di quegli alberi celebra la memoria di un Giusto, ossia una persona che di fronte alle ingiustizie ha saputo opporsi, rischiando la propria vita. Alcuni di questi alberi sono dedicati alla memoria di coloro che durante la Seconda guerra mondiale hanno dimostrato il loro coraggio e si sono prodigati nella difesa del prossimo. Ora Anna è troppo piccola per conoscere queste storie, ma le imparerà a scuola quando sarà il momento, per quel che mi riguarda mi piacerebbe lasciarle in dono il ricordo di questa passeggiata cosicché quando lei conoscerà le storie di questi uomini saprà che nel mio piccolo ho provato a raccontarle quanto sia importante condividere emozioni per restare umani. Vorrei che lei possa custodire con amore questo ricordo nel suo grande cuore e tramandare la memoria di chi non c’è più attraverso la storia.
Così, all’ombra degli ulivi, cullati dal profumo della terra e del giardino, inizio a raccontarle le storie dei Giusti. Il nostro viaggio inizia con la storia del coraggioso vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, proseguendo poi con quelle delle suore di San Giuseppe di Chambery che nell’autunno del 1943 nascosero dalle persecuzioni Lia Levi e le sue sorelle minori, Gabriella e Vera, nel collegio di San Giuseppe al Casaletto salvando loro la vita. Anna, mentre raccontavo, mi ha fatto tantissime domande ed è rimasta affascinata dal coraggio e dall’amore verso il prossimo che ognuno dei Giusti ci ha insegnato. Alla fine del mio racconto, mi ha chiesto se, un giorno, potremo diventare anche noi dei Giusti. Riprendendo il passo del Talmund le ho risposto che: “chi salva una vita salva il mondo intero”. Anna, con i suoi grandi occhi verdi, mi ha guardato e mi ha stretto in un abbraccio, uno di quelli che solo i bambini sanno dare e, con innocenza e tenerezza mi ha detto: “Nonno, io ti aiuterò e ti ricorderò per sempre”.
Non so, se Anna ha capito profondamente il significato di quelle storie, ma sono felice di averle fatto conoscere quel giardino, i cui alberi vivranno più a lungo di me, e di averle insegnato l’importanza del ricordare chi nella vita ha avuto il coraggio di salvare gli altri prima di salvare sé stesso. Spero che Anna ricordi il profumo di questo giorno e che conservi con cura il ricordo degli insegnamenti dei Giusti, perché: «i Giusti salvano, accolgono, testimoniano ed esprimono la propria umanità nel soccorso a un altro essere umano. Raccontare le loro storie è un modo per ricordare a ciascuno che ci si può sempre mettere in gioco e intervenire in difesa di un diritto fondamentale».