Castel di Guido
Descrizione sintetica
Castel di Guido, situato ad ovest di Roma lungo il litorale laziale, un tempo conosciuto come Lorium è stato popolato fin dai primi anni del II secolo a.C. ed era sede di una delle ville dell’imperatore Antonino Pio.
Quando, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, anche l’Italia ricorse a misure di internamento e, nelle zone più isolate, lontane dei centri abitati e con scarse vie di comunicazione, vennero costruiti dei campi di concentramento mascherati sotto altre definizioni, Castel di Guido fu trasformato in un campo di lavoro.
Al suo interno erano detenuti oppositori politici ed allogeni, ossia persone appartenenti a minoranze etniche e linguistiche, ed ognuno di loro aveva la possibilità di scegliere se lavorare oppure passare il proprio tempo all’interno della camerata.
Chi, per un motivo o per un altro, non lavorava e trascorreva il proprio tempo senza poter mai vedere la luce del sole, pena il trasferimento nel carcere di Regina Coeli, era sottoposto a giornate lunghe ed interminabili al limite della sopportazione umana.
Il campo di lavoro di Castel di Guido perseguiva l’ideale fascista ma non era un campo di sterminio. Le loro docce emettevano acqua e non gas. I suoi abitanti erano manodopera a basso costo, sfruttati e maltrattati, ma vivi.
Successivamente alla caduta del fascismo, l’attività del campo proseguì per qualche giorno fino alla sua chiusura definitiva.
Nel dopoguerra, riconoscendo l’importanza storica dei fatti avvenuti, fu apposta una targa in marmo per ricordare il campo di lavoro fascista e non dimenticare mai che anche il nostro territorio ha partecipato alla discriminazione ed all’internamento di persone che non avevano colpa alcuna.